In Qatar si sta svolgendo il mondiale 2022, campionato che sarebbe stato da boicottare perché fin da subito, le politiche del Qatar hanno dimostrato di non rispettare i diritti umani e soprattutto i diritti dei lavoratori, infatti dal 2010 al 2020 si contano più di 6.500 lavoratori morti per costruire gli stadi che stanno ospitando le partite della coppa del mondo.
E per queste motivazioni invece di seguire tutto il campionato come ho sempre fatto ho deciso di vedere solo le partite della mia nazionale: la Tunisia; che abbiamo visto uscire fin dal primo girone regalandoci però la vittoria contro la Francia.

Da lì in poi però è successo qualcosa che difinirei quasi magico, il Marocco ha iniziato a scrivere una nuova pagina della storia calcistica mondiale, sì proprio il Marocco prima squadra africana ad arrivare fino alla semifinale, che grazie alle sue partite ha riunito tutti i figli e le figlie della diaspora nelle piazze di tutti i paesi del mondo. Purtroppo il sogno è stato interrotto ieri sera dopo la sconfitta contro la Francia.

La squadra marocchina però è riuscita ad andare contro le aspettative di tutto il mondo calcistico, di andare contro le politiche europee che continuano a non riconoscerci come parte del proprio tessuto sociale.

La nazionale marocchina, la sua popolazione e tutte le persone che hanno iniziato a tifare il Marocco sono riuscite a trasformare il calcio in politica.

Inizialmente non sentivo nessun telecronista parlare in maniera positiva della nazionale marocchina, come non ho mai sentito media parlare in maniera positiva della comunità marocchina(che come sappiamo per gli italiani rappresentare tutte e persone provenienti dal nord africa).

 Il merito non è del tutto del Marocco, ma delle mancanze sportive delle altre squadre, ma non ci abbiamo mai creduto e abbiamo continuato a tifare per la squadra marocchina.
Purtroppo anche tifare per il Marocco aveva le sue contraddizioni abbiamo visto immagini bellissime come i giocatori e i tifosi marocchini hanno portato con orgoglio la bandiera della Palestina, ma anche visto e sentito i giocatori cantare una canzone contro il popolo Sahrawi che come ben sappiamo essere continuamente attaccato dalle politiche marocchine e algerine, il popolo del Sahara Occidentale anche dopo essere riuscito a farsi riconoscere le proprie terre continuano a vivere forti attacchi dal esercito marocchino, inoltre continuano a vivere in campi profughi della parte algerina, quindi per questa ragione e per altre non sarei dovuta essere così felice alle vittorie del Marocco, ma quindi cosa è scattato in me, perché ad ogni vittoria del Marocco ero così tanto contenta?

In questi giorni mi stanno venendo in mente un po’ di ricordi, legati agli europei del 2012 , in casa mia abbiamo sempre guardato le partite tutti insieme, mi ricordo che mio padre non ha mai tifato per nessuna squadra di quel campionato, ma tifava solo per un giocatore, Mario Balotelli, mi diceva che quando segnava dovevamo esultare, essere contenti perché era come noi, perché tutte le persone che lo avevano insultato poiché non abbastanza meritevole di quella maglia in quanto uomo nero in quel momento non avrebbero avuto più niente da dire che lo avrebbero rispettato e riconosciuto come uno dei miglior giocatori italiani.

Ogni volta che segnava mio padre si riempiva d’orgoglio che lo portava per giorni a non parlare d’altro come se avesse fatto lui quel goal. Ecco stessa cosa vale per la nazionale del Marocco quando dopo anni che ti senti non riconosciuto dopo che le colonizzazioni all’interno dei nostri paesi sono sempre più presenti, dopo che sei sempre in costante allarme perché tu devi proteggere e difendere la tua identità, devi proteggere le tue radici arriva una squadra africana musulmana a vincere contro le squadre più forti come il Portogallo e la Spagna, nonché colonizzatori storici delle nostre terre, vedi che i media iniziano ad attribuire alla comunità marocchina anche connotazioni positive, vedi giocatori inginocchiati a pregare rivendicando anche la loro religione davanti a schermi che attribuiscono all’islam solo il terrorismo ecco è proprio in quel momento che mi sento di aver vinto anche io, e di aver fatto bene ad aver tifato per la nazionale marocchina!

A questo punto non possiamo che sperare che il Marocco si prenda il terzo posto.


Abbiamo ancora fame, i giocatori hanno ancora fame. Ma soprattutto vogliamo mettere l’Africa sul tetto del mondo, fu così che l’allenatore del Marocco salutò ieri sera il campionato mondiale, il sogno vive ancora dentro di noi.

Grazie Marocco, grazie per averci fatto sognare.

Malek Bahri


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